E’ davvero classismo? (in risposta all’Amaca di Michele Serra)

Qualche giorno fa M. Serra cercava di giustificarsi e di allontanare l’accusa di classismo del suo recente intervento in questo modo: “…dici che i poveri mangiano peggio dei benestanti, non è perché denunci (vedi la sacrosanta campagna di Michelle Obama) il disastro sanitario provocato dal junk food, è perché sei un fighetto che mangia solo lardo di Colonnata e cardo gobbo…”. A me sembra che Serra non abbia proprio colto il punto.
Attribuire a una classe sociale l’impossibilità di acquistare cibo pregiato a partire da una questione oggettiva come la scarsità di denaro non è classismo, anzi è un’osservazione che potrebbe avere l’intento di ristabilire una Giustizia Sociale perduta. Il classismo di Serra (io la chiamerei “superficialità imperdonabile”) è attribuire qualità morali inferiori ovvero degeneri a una classe di persone (quelle che non sono ricolme di greco e latino) rispetto ad un’ altra (gli eletti e ricolmi di letteratura classica e scientifica). Questo è superficiale e opinabile: da docente di Liceo Classico e poi di Istituto Professionale e infine di Istituto Tecnico (non bisogna essere un insegnante per rispondere a Serra, ma forse aiuta!) devo dissentire fortemente.
Michele Serra non rende un buon servizio al Paese appiattendo su luoghi comuni (davvero a buon mercato che parlano alla “pancia” degli italiani) quello che potrebbe essere un dibattito alto e costruttivo sulla violenza nella contemporaneità (e non solo nella scuola). Potremmo ribaltare l’osservazione di Serra osservando che i crimini da colletti bianchi (forse attribuibili alle classi più colte e ripiene di greco e latino) come l’evasione fiscale (evasione che defrauda del futuro tanti giovani) siano apparentemente poco “violenti” ma ancora più odiosi e subdoli. Potrei citarvi decine di casi di figli di famiglie blasonate con situazioni devastanti pronti ad esplodere in qualunque momento nel peggiore dei modi, viceversa potrei portarvi esempi di famiglie “umili” di scarsa cultura con un senso civico altissimo. Non voglio derubricare la superficialità di Serra (a mio avviso molto grave) alla svista di un intellettuale snob: penso proprio che Michele Serra si sbagli di grosso e che faccia affermazioni divisive e gravi. Tanto più gravi perché provengono da un intellettuale dal quale ci aspettiamo riflessioni (e anche stoccate) che ci scuotano e ci portino “fuori dal pantano” attuale; dovrebbe indicarci una via di riflessione e invece indica una via di divisione e polemica. Concludendo non mi sorprende che Serra si sorprenda che noi (noi nel senso di chi ha reagito alle sue parole) ci sorprendiamo della gravità del suo intervento.
Chissà, probabilmente con il tempo Serra si è impigrito e non gira tra le scuole, tra la gente, forse nel suo viaggio quotidiano casa-lavoro non “urta” nessun soggetto-oggetto del suo intervento: qualcuno delle classi umili. Allora il mio invito a Serra è quello di fare una bella passeggiata all’aria aperta facendosi sorprendere dai volti della contemporaneità cercando un filo nuovo per la sua narrazione dell’Italia di oggi…una bella boccata d’aria gli farà senz’altro bene. Buona passeggiata a tutti!

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